Anche i coralli soffrono lo stress

Lo sbiancamento dei coralli, o coral Bleaching, è un fenomeno distruttivo che colpisce le barriere coralline. Il colore caratteristico di ogni specie di corallo è dato da un’alga chiamata zooxantella, maggiore è la concentrazione di questa, più intenso e luminoso sarà il colore del corallo. Quando è presente uno squilibrio nell’ecosistema, l’alga simbiontica “scappa”. Ciò che ne resta è lo scheletro bianco.

Le cause

Lo sbiancamento dei coralli è un segno evidente della reazione di questi a qualche forma di stress, che sia il “local warming”(riscaldamento che interessa solo una piccola area) o quello globale poco importa. Sono state individuate altre possibili cause, fra le quali: cambiamento della composizione chimica dell’acqua, malattie del corallo. Di solito le cause sono naturali, ma non è esclusa l’ipotesi che possa essere l’uomo, attraverso l’inquinamento a portare il sopracitato squilibrio, causa di questo spiacevole fenomeno.

Il destino del reef

Se la causa stressante dura solo pochi giorni il corallo torna allo stato normale, poichè pare che le alghe simbionti restino nell’acqua circostante e siano perciò in grado di tornare sul corallo quando le condizioni migliorano. Se lo stress si protrae nel tempo il corallo, divenuto bianco può subire due destini: venire “sgranocchiato” dai pesci pappagallo (che in condizioni normali abitano i reef), per poi essere espulso con le feci e costituire la sabbia corallina; oppure essere ricoperto da alghe filamentose.

Il nostro caso

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Dalla foto appare evidente che metà porzione del corallo è ricoperto da alghe superiori (e non da zooxantelle!) mentre una piccola porzione nella zona centrale è bianca. L’altra parte è ancora colorata, ciò vuol dire che la simbiosi con le zooxantelle resiste. Quale sarà il destino del corallo? Ahimè non vivendo più a Sharm el Sheikh non posso più controllarlo. Quello che è quasi certo è che il fenomeno è stato protratto nel tempo, in quanto le alghe filamentose hanno già colonizzato metà del corallo.

L’importanza dei pesci pappagallo

Anche se si nutrono del corallo, paradossalmente lo aiutano nel recupero dallo sbiancamento. Eh si, perchè è stato dimostrato che questi abitanti abituali della barriera corallina si nutrono proprio di quelle alghe filamentose che si insediano nel corallo prendendo il posto delle zooxantelle.

Perchè tutelare Sharm el Sheikh

I pesci pappagallo sono fondamentali per l’equilibrio dell’ecosistema. Se vogliamo un reef pulsante di vita e splendente di luce e colore dobbiamo prendercene cura. Evitiamo però di nutrire i pesci. Vi sembrerà assurdo ma vi assicuro che i pesci si abituano e poi mordono anche voi! E’ successo a un mio collega, facendo snorkeling durante un nostro giorno libero. Inoltre quando gli animali son sazi non consumano più il cibo e gli avanzi contribuiscono alla formazioni di mucillagini, che compromettono la visibilità dei nostri mari. Fosse per me, inoltre, abolirei l’uso delle scarpette e l’accesso via terra lo farei solo attraverso il pontile!  Le scarpette proteggono noi e non il reef! Non sentendo il dolore che si proverebbe camminando a piedi nudi sul corallo le persone continuano a camminarci su come fosse il pavimento di casa propria…Se distruggiamo i fondali di Sharm poi cosa vedremo quando andiamo a far le gite in Barca a Ras Mohammad o alla cosidetta “Isola che non c’è”? Piuttosto, se non sappiamo nuotare chiediamo un salvagente, tuffiamoci dal pontile e godiamoci in sicurezza gli splendidi fondali che Sharm el Sheikh ha da offrirci!

Caterina Sulfaro

Fonti:
Wikipedia
Massimo Boyer. C’era una volta un reef. Scubazone. 12. 9-11.

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