Red Reef si occupa di tour guidati nel Golfo di Orosei, ma con la nuova stagione amplia la sua attività con una grande novità e non solo…scoprite con noi di cosa stiamo parlando…Per adesso non mi dilungherò coi dettagli, chi è interessato può visitare la nostra pagina Fb “Red Reef”(potete cliccare anche direttamente su questa scritta e vi si aprirà il link) e seguire l’evolversi del nuovo progetto che mi vede coinvolta in prima persona.
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Mar delle Andamane: Ritorno alla barriera corallina
Ci sono posti in cui ci torni per scelta, altri in cui è il destino a spingerti fin lì. Dopo un’ esperienza in Sardegna tutta italiana, finita la stagione mi metto alla ricerca di lavoro. Ricerca anche di un posto che mi permettesse di mantenere le mie “branchie” umide. Lo trovo a Koh Phi Phi, piccola isola a sud di Phuket, Thailandia. Lavoro per un’azienda tedesca che mi insegna molto riguardo l’ordine e l’organizzazione sul lavoro, ma mi aiuta anche ad abbattere l’ennesimo luogo comune. Lavorando in mezzo a tedeschi mi rendo conto che non sono tutti seri come ci immaginiamo. Risate a gogò mi accompagneranno durante la mia esperienza in Thailandia. Ritrovo una barriera bellissima, ma non indimenticabile come quella egiziana, sarà che “il primo amore non si scorda mai?!”
Repetita iuvant:Maldive, il paradiso idealizzato
Dopo la solita estate in Sardegna parto alla volta delle Maldive, nell’atollo di Baa, in un isoletta di circa 200x600m, chiamata Fonimagoodhoo. La preoccupazione iniziale di ricordare il nome dell’isola a memoria sparisce quando mi rendo conto che tutti la chiamano “Reethi Beach”. Ormai ha il nome del resort che la occupa. In questa isola ho lavorato come guida snorkeling percui ho dovuto affrontare l’impatto visuale dello sbiancamento dei coralli. Impatto al quale non ero preparata, avendo idealizzato le Maldive come un paradiso subacqueo. Fuori dall’acqua “a parte” qualche sacco di spazzatura galleggiante qua e là, risultato della “distrazione” umana (dovrei chiamarla incuria), resta ancora un paradiso. Ma è dentro l’acqua che si notano gli scheletri morti di una barriera una volta florida e ricca di vita. Fortunatamente la vita attorno al reef continua, nonostante tutto, nonostante tutti. Ma per quanto tempo mi chiedo? Non ci sono statistiche che tengono. Non c’è nessuno che possa dircelo con certezza! Allarmismo degli ambientalisti o strafottenza dei più, la natura seguirà il suo corso…una cosa è certa:se la velocità con cui l’uomo distruggerà la natura sarà maggiore della velocità con cui la natura si rigenera la catastrofe ci sarà. E’ matematica! Poi non ditemi che non ve lo avevo detto 😛
Anche i coralli soffrono lo stress
Lo sbiancamento dei coralli, o coral Bleaching, è un fenomeno distruttivo che colpisce le barriere coralline. Il colore caratteristico di ogni specie di corallo è dato da un’alga chiamata zooxantella, maggiore è la concentrazione di questa, più intenso e luminoso sarà il colore del corallo. Quando è presente uno squilibrio nell’ecosistema, l’alga simbiontica “scappa”. Ciò che ne resta è lo scheletro bianco.
Le cause
Lo sbiancamento dei coralli è un segno evidente della reazione di questi a qualche forma di stress, che sia il “local warming”(riscaldamento che interessa solo una piccola area) o quello globale poco importa. Sono state individuate altre possibili cause, fra le quali: cambiamento della composizione chimica dell’acqua, malattie del corallo. Di solito le cause sono naturali, ma non è esclusa l’ipotesi che possa essere l’uomo, attraverso l’inquinamento a portare il sopracitato squilibrio, causa di questo spiacevole fenomeno.
Il destino del reef
Se la causa stressante dura solo pochi giorni il corallo torna allo stato normale, poichè pare che le alghe simbionti restino nell’acqua circostante e siano perciò in grado di tornare sul corallo quando le condizioni migliorano. Se lo stress si protrae nel tempo il corallo, divenuto bianco può subire due destini: venire “sgranocchiato” dai pesci pappagallo (che in condizioni normali abitano i reef), per poi essere espulso con le feci e costituire la sabbia corallina; oppure essere ricoperto da alghe filamentose.
Il nostro caso
Dalla foto appare evidente che metà porzione del corallo è ricoperto da alghe superiori (e non da zooxantelle!) mentre una piccola porzione nella zona centrale è bianca. L’altra parte è ancora colorata, ciò vuol dire che la simbiosi con le zooxantelle resiste. Quale sarà il destino del corallo? Ahimè non vivendo più a Sharm el Sheikh non posso più controllarlo. Quello che è quasi certo è che il fenomeno è stato protratto nel tempo, in quanto le alghe filamentose hanno già colonizzato metà del corallo.
L’importanza dei pesci pappagallo
Anche se si nutrono del corallo, paradossalmente lo aiutano nel recupero dallo sbiancamento. Eh si, perchè è stato dimostrato che questi abitanti abituali della barriera corallina si nutrono proprio di quelle alghe filamentose che si insediano nel corallo prendendo il posto delle zooxantelle.
Perchè tutelare Sharm el Sheikh
I pesci pappagallo sono fondamentali per l’equilibrio dell’ecosistema. Se vogliamo un reef pulsante di vita e splendente di luce e colore dobbiamo prendercene cura. Evitiamo però di nutrire i pesci. Vi sembrerà assurdo ma vi assicuro che i pesci si abituano e poi mordono anche voi! E’ successo a un mio collega, facendo snorkeling durante un nostro giorno libero. Inoltre quando gli animali son sazi non consumano più il cibo e gli avanzi contribuiscono alla formazioni di mucillagini, che compromettono la visibilità dei nostri mari. Fosse per me, inoltre, abolirei l’uso delle scarpette e l’accesso via terra lo farei solo attraverso il pontile! Le scarpette proteggono noi e non il reef! Non sentendo il dolore che si proverebbe camminando a piedi nudi sul corallo le persone continuano a camminarci su come fosse il pavimento di casa propria…Se distruggiamo i fondali di Sharm poi cosa vedremo quando andiamo a far le gite in Barca a Ras Mohammad o alla cosidetta “Isola che non c’è”? Piuttosto, se non sappiamo nuotare chiediamo un salvagente, tuffiamoci dal pontile e godiamoci in sicurezza gli splendidi fondali che Sharm el Sheikh ha da offrirci!
Caterina Sulfaro
Fonti:
Wikipedia
Massimo Boyer. C’era una volta un reef. Scubazone. 12. 9-11.
I colori della barriera corallina
Ammaliata, affascinata, incantata; ecco come mi son sentita! Ancora prima di poter mettere la testa sott’acqua ho sentito una sorta di richiamo un po’ come Ulisse sentì quello delle sirene. Io però a quel richiamo, ovviamente, ho risposto. La cosa più bella è che l’ho fatto per lavoro! Io ero li per quello…ammirare quelle bellezze in fondo al mare. A Sharm el Sheikh, come in qualsiasi barriera corallina non c’è bisogno di fare apnea per godere dello spettacolo. In realtà non avrei solo ammirato, avrei anche raccontato l’etologia, ovvero il comportamento degli animali nel loro ambiente naturale. Ho insegnato delle regole basilari per poter godere del mare in tutta sicurezza, ricevendo diversi complimenti che mi avrebbero resa orgogliosa di me stessa e fiera del lavoro svolto. Ho anche sensibilizzato gli ospiti sui temi ambientali a me tanto cari, sicura di poter dare, nel mio piccolo, un contributo. L’educazione ambientale, tanto in voga nelle scuole, ha il compito di divulgare delle regole per la salvaguardia dell’ambiente; regole spesso sconosciute ai più, che continuano perciò ad arrecare danno all’ambiente che ci circonda.
- Pesce angelo imperatore
- Emperor Angelfish
- Pez ángel emperador
- Ange de mer impérial
- Corallo di fuoco
- Net fire coral
- Coral de fuego ramificado
- Corail de feu ramifié
- Corallo a canne d’organo
- Organ-pipe Coral
- Coral órgano de tubos
- Orgue de mer
- Blennide leopardo
- Leopard blenny
- Blenio leopardo
- Blennie léopard
- Castagnola tropicale
- The sea goldie
- Anthias cola de lira
- Barbier rouge du récif
- Pesce palla chiazzato di bianco
- White-spotted puffer
- Pez globo blanco manchado
- Tétrodon à taches blanches
- Corallo a bolle
- Green bubble coral
- Coral duro
- Corail bulles
- Pesce farfalla gallonato
-
Chevron Butterflyfish
- Pez mariposa chevron
- Poisson-papillon à chevrons
- Riccio matita
- Red slate pencil urchin
- Erizo lápiz
- Oursin crayon
- Pesce angelo reale
- Regal angelfish
- Pez ángel regal
- Poisson Ange duc
- Pesce farfalla mascherato
- Blue-cheeked butterflyfish
- Pez mariposa del Mar Rojo
- Poisson Chétodon demi-masqué
- Pesce farfalla filamentoso
- Threadfin butterflyfish
- Mariposa de Aletas Ribeteadas
- Poisson-papillon cocher
- Pesce falco di Forster
- Black-sided hawkfish
- Pez halcón de Forster
- Poisson faucon de Forster
- Corallo cervello
- Knobby brain coral
- Coral cerebro tuberoso
- Corail cerveau bosselé
- Damigella sulfurea
- Yellow damsel
- damisela dorada
- Demoiselle Souffrée
- Corallo di fuoco
- Plate fire-coral
- Coral de fuego plato
- Corail de feu en plaques
- Pesce chirurgo tigrato
- Indian sail-fin surgeonfish
- Cirujano Desjardin
- Poisson chirurgien voile
- Pesce balestra Picasso arabo
- Picasso triggerfish
- Pez picasso del mar Rojo
- Poisson baliste picasso arabe
- Aguglia del Mar Rosso
- Red Sea houndfish
- Pez aguja del Mar Rojo
- Orphie de mer rouge
- Triglia di Forsskal
- Red Sea goatfish
- Salmonete del Mar Rojo
- Rouget-barbet à bande noire
- Pesce uccello verde
- Green birdmouth wrasse
- lábrido boca de pájaro
- Poisson-oiseau
- Pesce pappagallo verde
- Daisy parrotfish
- Pez loro margarita
- Kakatoi vert
Acanthurus sohal
- Pesce chirurgo sohal
- Sohal surgeonfish
- Pez Cirujano de Arabia
- Chirurgien sohal
- Pesce farfalla fasciato
- Diagonal butterflyfish
- Pez mariposa rayado
- Papillon raton laveur de Mer Rouge
- Pesce pagliaccio bifasciato
- Twoband anemonefish
- Pez Payaso del Mar Rojo
- Poisson-clown à deux bandes